Idromassaggio

 

Sì, t’amai, dolce Tesoro,

tu mia manza ed io tuo toro,

tra le rose del giardino,

fra i carboni del camino,

sotto il gran cielo stellato

e tra i panni del bucato,

sulla tavola imbandita

mentre c’era la partita,

sul selciato della via

proprio innanzi all’osteria,

sopra il tuo cuscin di piuma,

nella vasca, tra la schiuma.

Mentre stavo per venire

sembrò l’acqua ribollire

e ad un tratto, nel tuo bagno,

l’aria seppe di ristagno.

Si levava un certo olezzo

da quei flutti, che ribrezzo!...

Perciò a mollo t’ho lasciata,

tra quel puzzo abbandonata.

Fonte di que’ loschi odori

non fu Pozzi, né Ginori.

In quel tanfo di popò

Idealstandard non c’entrò.

Quelle bolle e quegli spruzzi

certo non li fe’ Jacuzzi.

Sappi, o Cara, che non amo

delle natiche il richiamo:

perciò da oggi, Oggetto Amato,

va’ a cagare in mezzo al prato!

 Gianni Marietta